Dosare il CBD: una ricetta per ogni corpo e ogni esigenza.
L’uso della cannabis a scopi medicinali ha origini molto antiche. Ci sono testimonianze che provengono da più direzioni che accertano il suo impiego già molti secoli fa: come ad esempio documenti cinesi che fanno riferimento all’uso di cannabis per il trattamento di disturbi reumatici e per la malaria oppure accenni dalla medicina ayurvedica indiana che ne faceva uso per curare il dolore e l’ansia. Alcune evidenze suggeriscono che la cannabis fosse conosciuta anche nell'antico Egitto, nell’antica Roma e Grecia.
Nonostante la cannabis sia stata impiegata in campo medico in tempi remoti, gli studi relativi all’olio di CBD, uno tra i più nobili dei suoi derivati, sono piuttosto recenti e anche se il suo uso recentemente ha avuto una maggiore diffusione, non essendo soggetto a brevetti, vi è minore interesse economico ad investire in ricerca.
Un ulteriore ostacolo al CBD è l'aura negativa che ruota intorno alla cannabis, associata agli effetti psicotropi delle droghe. L’olio di CBD in vendita in Italia può essere “full spectrum” e quindi contenere THC al di sotto del valore di 0,2%, oppure “broad spectrum” come quello di Oily Moly, che è del tutto privo di THC.
Entrambe le varianti comunque non provocano alterazioni psicofisiche, ma al contrario sono benefiche per l’organismo sotto diversi fronti in quanto agiscono indirettamente sui recettori del sistema endocannabinoide. Infatti Leonard Leinow, uno degli autori di “CBD a Patient’s Guide to Medicinal Cannabis” insieme a Juliana Birnbaum, definisce il cannabidiolo la “molecola del benessere” e la contrappone al THC che invece chiama la “molecola dello sballo”.
“CBD a patient’s guide to medical cannabis”: la questione del dosaggio Tra le varie pubblicazioni sul tema CBD, infatti questa di Leinow e Birnbaum offre una visione a 360° sul tema. Si tratta di guida pratica e accessibile all'uso del CBD contenente indicazioni sia per chi si avvicina per la prima volta alla cannabis, sia per i pazienti esperti che vogliono saperne di più sul trattamento sicuro di una serie di condizioni di salute.
Il CBD può arrivare nel nostro corpo secondo diverse modalità: può essere inalato, tramite vaporizzatori, può essere ingerito, può essere dissolto in bocca tramite le mucose orali, può essere usato con applicazioni topiche o in modo transdermico con l’uso di patch. A differenza di altri tipi di preparati farmaceutici, che vengono somministrati in dosi ben specifiche, l’uso del CBD è fortemente soggettivo e di conseguenza lo è il suo dosaggio. Come abbiamo appena visto, il CBD può essere utilizzato in svariati modi perché agisca sul nostro sistema endocannabinoide e questo aspetto, per una persona che si avvicina per la prima volta al CBD può essere stimolante. Allo stesso tempo però la forte componente soggettiva può anche indurre a confusione e scoraggiamento perché sono molte le variabili che ne influenzano gli effetti: dal metodo di somministrazione, alla percentuale di CBD contenuto nell’olio, oppure dal momento della giornata in cui viene somministrato e da altri fattori ancora.
L’olio di CBD: molti usi facile da somministrare Essendo il CBD lipofilo, ovvero facile da sciogliere nell’olio, la sua versione in olio ha avuto una grande diffusione perché questa formulazione rende il CBD perfetto per essere ingerito o dissolto tramite le mucose orali, inoltre usato puro, o aggiunto alla crema idratante può essere applicato anche direttamente sulla pelle. L’olio nel quale viene disciolto l’estratto di CBD è quindi edibile: infatti l’olio di CBD Oily Moly viene dissolto nell’olio di cocco biologico, al fine di garantire la massima qualità per la salute e la sicurezza dell'individuo.
Indicare una dose appropriata non è possibile, in quanti subentrano svariati fattori individuali a variarne l’effetto. Per questa ragione si consiglia una fase di sperimentazione su sé stessi partendo sempre da un olio con una percentuale più bassa di CBD, come ad esempio l’olio Oily Moly al 5%. Qualora si desiderasse un effetto maggiore, si può ricorrere ad oli con percentuali più elevate, come l’olio Oily Moly Beauty al 10% o quello Oral Care al 20%. Ma quante gocce prendere? Anche in questo caso non possiamo dare una risposta universale che vada bene a tutti. Un dosaggio efficace può variare da un minimo di pochi milligrammi di olio di CBD (poche gocce) a un grammo o più. Si consiglia anche in questo caso di iniziare sempre con piccole dosi di olio mantenendole costanti per qualche giorno per poterne vedere gli effetti. Si ricorda che i composti della cannabis hanno proprietà bifasiche, ovvero l’effetto varia cioè in base alla dose: in linea generale preso in piccole dosi il CBD tende a stimolare, mentre in grandi dosi l’effetto è quello di calmare. In numeri L’olio al 5% contiene circa 2 mg di CBD a goccia, mentre quello al 10% intorno a 3,5 mg e l’olio al 20% di CBD ne contiene circa 7mg. Per quanto riguarda una microdose, si consiglia di assumere da 0,5 mg a 20 mg di CBD al giorno. Tale dosaggio è raccomandato per favorire il sonno o per trattare patologie come mal di testa, disturbi dell’umore, nausea, stress e disturbi metabolici. Da 10 mg a 100 si parla di dosi standard, mentre da 50 a 800 mg di CBD si tratta di dosi terapeutiche: in entrambi i casi si tratta di quantità che vengono prescritte per patologie medio/gravi sotto controllo medico. Trattandosi di microdosi, che non necessitano quindi dell’intervento medico, sperimentare secondo le proprie necessità ed esigenze per trovare il quantitativo adatto, sempre comunque all’interno di 20 mg al giorno, è il metodo più consigliato per trovare la combinazione più adatta a ciascuno.
Aspetto da non sottovalutare, a conferma di questo metodo sperimentale è l’assenza di effetti collaterali o gravi riscontrati dall’uso di CBD, in quanto i cannabinoidi sono a tutti gli effetti sostanze non tossiche.
La guida di Leinow e Birnbaum è un testo interessante: pur riportando casi di studio, interviste a medici che prescrivono prodotti a base di cannabidiolo e le ultime ricerche su altri fitocannabinoidi e terpenoidi attivi presenti nella cannabis che sono in fase di studio per uso medico, l’opera è di facile comprensione per chi si avvicina per la prima volta a questo ingrediente, ma anche per chi cerca conferme sui benefici.